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nanoLinux prevede un utilizzo semplificato di VNC (capitolo 227), attraverso l'uso dello script nanorc. Il sistema ha lo scopo di facilitare sia la realizzazione di lezioni in video-conferenza, sia un accesso remoto personale.
Per quanto riguarda la gestione della videoconferenza, il meccanismo proposto dallo script nanorc è molto semplice e non prevede sistemi di sicurezza ferrei, per impedire che qualcuno si intrometta nella comunicazione.
Le sigle dei vari comandi di nanorc hanno lo scopo di sintetizzare il senso degli stessi, come descritto nella tabella successiva.
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VNC richiede di definire una parola d'ordine per autorizzare il collegamento tra servente e cliente. Con lo script nanorc, questa parola d'ordine viene annotata nel file ~/.vnc/passwd
e può essere riutilizzata; eventualmente, alcuni comandi fanno uso di una parola d'ordine predefinita, all'interno di vncrc stesso.
Tutto il meccanismo previsto da nanorc è organizzato in modo tale da far funzionare il servente VNC sulla stazione grafica :1, pertanto questa informazione non viene mai impartita, ma di conseguenza, in un certo elaboratore, è possibile avviare un solo servente VNC per volta.
I comandi che avviano un servente VNC richiedono di specificare espressamente la geometria dello schermo:
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Naturalmente, se si vuole accedere al servente VNC attraverso una finestra, conviene utilizzare una geometria leggermente inferiore a quella dello schermo che si ha effettivamente a disposizione. Per esempio, se si utilizza il sistema grafico a una risoluzione di 1024×768, può essere conveniente avviare il servente VNC a 960×720.
Si ipotizza la situazione in cui, per qualche ragione, si vuole utilizzare X presso un elaboratore remoto, offrendo ad altri la possibilità di visualizzare ciò che succede. Per fare questo occorre avviare presso l'elaboratore remoto il comando nanorc vncs, mentre localmente si può utilizzare il comando nanorc vncc per poterlo controllare e nanorc vncv per la sola visualizzazione.
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All'avvio del servente grafico viene richiesto di inserire una parola d'ordine, o di riutilizzare quella che si trova nel file ~/.vnc/passwd
. La parola d'ordine è l'unico mezzo reale per controllare l'accesso al servente grafico e deve essere fornita anche a chi visualizza o partecipa al controllo.
In questo caso si vuole riprodurre una situazione equivalente a quella della sezione precedente, dove però il servente grafico si trova presso lo stesso elaboratore locale del relatore. In tal caso, l'avvio del servente grafico si ottiene con il comando nanorc vncsc, offrendo agli altri la possibilità di visualizzare con il comando nanorc vncv. Per il resto valgono le considerazioni già fatte nella sezione precedente.
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Si ipotizza la situazione in cui, per qualche ragione, si vuole utilizzare X presso un elaboratore remoto, offrendo a tutti la possibilità di interagirvi. Per fare questo occorre avviare presso l'elaboratore remoto il comando nanorc vncss, mentre localmente si utilizzare il comando nanorc vncc.
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Rispetto alla descrizione delle sezioni precedenti, cambia il fatto che ogni utente partecipa al controllo del servente remoto.
In questo caso si vuole riprodurre una situazione equivalente a quella della sezione precedente, dove però il servente grafico che si vuole condividere, si trova presso lo stesso elaboratore che partecipa al suo controllo. L'avvio del servente grafico si ottiene con il comando nanorc vncssc, mentre il controllo partecipativo del pubblico avviene sempre con il comando nanorc vncc.
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Come già accennato, c'è la possibilità di usare VNC utilizzando una parola d'ordine predefinita, che così può semplificare il lavoro, almeno in una rete locale che dia garanzie sufficienti di isolamento. Per questo è possibile avviare un servente grafico locale, attraverso i comandi nanorc sharedx e lasciare che il pubblico veda con il comando nanorc viewremotex.
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I comandi nanorc vncv e nanorc vncc, hanno delle alternative, costituite rispettivamente da: nanorc vncv-ssh e nanorc vncc-ssh. Nel secondo caso, il collegamento verso l'elaboratore remoto avviene tramite un tunnel cifrato SSH (Secure Shell).
Si osservi che dal lato del servente VNC non si deve fare nulla di diverso e si utilizzano i comandi già descritti: nanorc vncs, nanorc vncsc, nanorc vncss o nanorc vncssc. |
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Il comportamento dei comandi vncv-ssh e vncc-ssh, è lo stesso di quelli a cui si abbinano (senza l'estensione -ssh), con la differenza che per la creazione del tunnel serve l'indicazione del nominativo utente per conto del quale deve essere realizzato, con la richiesta eventuale di una parola d'ordine):
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Evidentemente, se il tunnel non può essere instaurato, non può avvenire la connessione.
Al termine del collegamento, il tunnel viene eliminato; tuttavia, quando si tenta di avviare un altro collegamento, se esiste già un tunnel dello stesso tipo richiesto, si può tentare di riutilizzarlo:
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Appunti di informatica libera 2007.02 --- Copyright © 2000-2007 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_vnc_con_171_nanorc_187.htm
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