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Le funzionalità principali di nanoLinux sono gestite attraverso lo script nanorc (/etc/script/nanorc
), che può essere utilizzato anche senza argomenti, ottenendo così un menù delle funzionalità principali:
#
nanorc
[Invio]
|
Si osservi che all'inizio delle voci appaiono delle sigle: $ indica una funzione disponibile a tutti gli utenti; # indica una funzione disponibile soltanto all'amministratore; #cd è una funzione disponibile soltanto all'amministratore durante il funzionamento da CD o da DVD; #hd indica una funzione che si può utilizzare solo come amministratore, quando il sistema è installato in un disco normale.
Il kernel standard di nanoLinux include delle funzionalità ACPI. In condizioni normali, queste funzionalità sono disabilitate, perché all'avvio viene passata al kernel l'opzione acpi=off, ma si possono abilitare facilmente (inserendo all'avvio l'opzione acpi=on, oppure modificando la configurazione di GRUB con il file /boot/grub/menu.lst
, una volta installato nanoLinux).
Una volta attivate le funzionalità ACPI, la gestione delle stesse deve avvenire in modo manuale; attraverso nanorc è possibile controllare sommariamente soltanto il tempo di ritardo per lo spegnimento dei dischi, quando non utilizzati:
#
nanorc acpi spindown
[Invio]
Se si vuole gestire lo spegnimento dei dischi in modo indipendente da quanto predisposto da nanoLinux (utilizzando il programma hdparm, con l'opzione -S, a mano), bisogna accertarsi di eliminare il file /etc/nanoLinux/ACPI_STAND_BY_VALUE
, che altrimenti viene preso in considerazione all'avvio del sistema.
Il file /etc/profile
è più articolato di quello standard. Vengono descritte le particolarità più significative.
La variabile PATH tiene conto anche di quanto contenuto nelle directory /opt/*/bin/
ed è prevista la directory /etc/script/
per gli script che non appartengono allo standard della distribuzione. Il percorso della directory /etc/script/
viene posto prima degli altri, in modo da avere la precedenza nella scelta di nomi uguali.
L'invito della shell è costruito in modo da mostrare un'indirizzo IPv4 utile per identificare il proprio elaboratore. L'indirizzo IPv4 viene ottenuto leggendo lo stato attuale della configurazione delle interfacce di rete; se l'indirizzo cambia, per aggiornare l'invito è necessario uscire e rientrare dalla sessione di lavoro.
Sono previsti una serie di alias per i comandi rm, cp, mv e ln, in modo da usare sempre l'opzione -i.
Se l'utente che tenta di accedere non è l'amministratore e si tratta di un elaboratore che sembra essere dedicato alla condivisione delle utenze attraverso NFS e NIS, si fa in modo che la shell termini di funzionare, prima che l'utente possa avere a disposizione l'invito. Tuttavia, è possibile definire un elenco di utenti comuni che non sono sottoposti a questa limitazione, nel file /etc/nanoLinux/NIS_SERVER_ALLOWED_USERS
.
Se l'utente che tenta di accedere non è l'amministratore e il sistema operativo non è stato avviato dal CD o dal DVD, può essere sottoposto a un controllo sull'utilizzo del disco. Per attivare questa funzionalità in pratica, occorre predisporre il file /etc/nanoLinux/HOME_DISK_SPACE_ALLOWED
, eventualmente con l'aiuto del comando nanorc disk-space edit. Il file ha una sintassi molto semplice: è composto da righe con questa sintassi:
[nominativo_utente]:n |
Il numero che appare dopo i due punti (:) è la quantità di byte a disposizione, mentre il nominativo utente, se non viene indicato rappresenta tutti gli utenti che nel file non sono stati specificati.
Ogni volta che un utente accede al sistema, viene informato sullo stato dell'utilizzo del disco a partire dalla propria directory personale; non ci sono misure automatiche in caso di superamento dei limiti stabiliti.
La procedura di inizializzazione del sistema prevede diversi script in più, come sintetizzato nella tabella successiva.
Il file /etc/rc.local
è a disposizione della personalizzazione, secondo la convenzione di diverse distribuzioni.
Nel caso di nanoLinux funzionante da CD o da DVD, esiste anche un altro file, /etc/init.d/rc.CD-ROM
, il cui scopo principale è quello di riprodurre la struttura necessaria delle directory /var/
, /home/
e /etc/
nel file system virtuale contenuto nel disco RAM, inoltre tenta di attivare la memoria virtuale nel caso riesca a trovare una partizione già prevista per questo o un file nlnxtemp.swp
(come descritto più avanti nel capitolo) e tentare anche di caricare la configurazione salvata precedentemente in un dischetto o in una partizione del disco fisso.
In fase di avvio, il CD o il DVD di nanoLinux cerca di individuare tra i dischi fissi delle partizioni già predisposte per lo scambio della memoria virtuale. Se queste partizioni esistono e sono inizializzate correttamente, nanoLinux le utilizza.
Se non sono disponibili partizioni del genere, ma si ritiene ugualmente di attivare una memoria di scambio, è possibile creare e poi utilizzare un file come memoria virtuale. Si crea e si attiva questo file con il comando seguente:
nanorc swap make |
Viene richiesto di specificare la partizione in cui creare il file nlnxtemp.swp
e la dimensione di questo. Se tutto va bene, il file viene creato e lo scambio della memoria viene attivato.
All'avvio del CD o del DVD, se non vengono trovate partizioni già previste per lo scambio della memoria virtuale, il sistema controlla le partizioni corrispondenti ai file di dispositivo da /dev/hda1
a /dev/hda7
, alla ricerca del file nlnxtemp.swp
. Se questo file viene trovato, si ottiene l'attivazione automatica della memoria virtuale al suo interno. In pratica, se esiste questo file, si intende la volontà di gestire la memoria virtuale. Si osservi, però, che la ricerca termina appena viene trovato uno di questi file.
Quando si installa nanoLinux nel disco fisso, questa ricerca di partizioni e file da usare per attivare la memoria virtuale viene meno, perché, come già descritto, si tratta di qualcosa che va definito esplicitamente nel file di configurazione |
Nella sua configurazione predefinita, nanoLinux prevede che il file /var/log/syslog
venga usato per accumulare una copia di tutti i messaggi che riguardano il registro di sistema; inoltre, prevede che la rotazione di questo file avvenga in modo tale da poter disporre sempre di almeno un anno di utilizzo dell'elaboratore. Per controllare la rotazione del file, è stato necessario modificare i file /etc/cron.daily/sysklogd
e /etc/cron.weekly/sysklogd
, che nella distribuzione GNU/Linux Debian sono organizzati inizialmente per una sola settimana di dati. I file in questione sono stati modificati nel modo seguente:
|
|
Oltre al numero di copie più alto rispetto al solito, si deve osservare che i permessi consentono a tutti di leggere questi file. Infatti, ciò è voluto proprio per motivi didattici, allo scopo di consentire a tutti gli utenti lo studio di questi file.
Quando nanoLinux funziona da un CD o da un DVD, il contenuto di alcune directory, come /etc/
e /var/
, è in realtà il contenuto di qualcosa che si trova a partire da /ramdisk/
, che a sua volta è il punto di innesto di un disco RAM. In tal modo, il contenuto di queste directory può essere modificato, anche se solo temporaneamente; ovviamente, per risparmiare memoria, la maggior parte dei file contenuti a partire da /ramdisk/
è costituita da collegamenti simbolici agli stessi file, che nel CD o nel DVD appaiono a partire da /HD-ROOT/...
e come tali non sono modificabili. Per modificare tali file occorre cancellare i collegamenti simbolici relativi, sostituendoli con una copia del file a cui questi puntano.
Appunti di informatica libera 2007.02 --- Copyright © 2000-2007 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_particolarita_varie.htm
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