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Capitolo 233.   X: programmi di servizio tradizionali

Una serie di programmi di servizio tradizionali facilita e rende confortevole l'utilizzo di X. La tabella 233.1 elenca i programmi a cui si accenna in questo capitolo.

Tabella 233.1. Alcuni programmi di servizio di X.

Programma Descrizione
xterm Terminale.
mlterm Terminale multilingua.
xclipboard Facilita le operazioni di taglia-copia-incolla.
xlsfonts Elenco dei tipi di carattere.
xfontsel Visualizzazione dell'aspetto dei tipi di carattere.
xfd Mappa dei caratteri.
xwininfo Informazioni su una finestra.
xdpyinfo Informazioni sulla stazione grafica.
xset Imposta alcune caratteristiche del servente.
xsetroot Imposta le caratteristiche della finestra principale.
bitmap Disegna delle immagini elementari, utili per costruire un puntatore grafico alternativo.
xidle Grafico dell'inattività del sistema.
xload Grafico del carico del sistema.
xmem Grafico della memoria disponibile.
xkill Eliminazione di processo abbinato a una finestra.
xbiff Avvisa della presenza di messaggi di posta elettronica.
xclock Orologio configurabile.
xcalc Calcolatrice.

Le scrivanie grafiche come Gnome e KDE offrono molti programmi di servizio armonizzati e più gradevoli da usare; tuttavia, è importante conoscere anche l'uso dei programmi tradizionali.

233.1   Terminale

Il primo programma da dover conoscere quando si utilizza X è quello che consente di gestire un terminale a caratteri attraverso una finestra. Il programma tradizionale utilizzato per questo scopo è xterm.(1) In alternativa si possono usare programmi simili, che possono avere più o meno funzionalità di quello originale.

Il comportamento di un terminale a finestra non è esattamente uguale a quello di una console; ci si accorge subito che i soliti programmi non rispondono alla tastiera nello stesso modo cui si è abituati. Quando ciò accade, vale almeno la pena di provare tutti i programmi di terminale a finestra a disposizione, per determinare quale si comporta nel modo più confacente alle proprie esigenze. La sintassi semplificata per l'uso di xterm è la seguente:

xterm [opzioni] [-e programma [opzioni]]

Quando il programma viene avviato senza l'opzione -e, viene eseguito quanto contenuto nella variabile SHELL e se manca viene utilizzato /bin/sh.

Se invece si utilizza l'opzione -e, si può specificare il programma da eseguire nella finestra. Ciò può essere utile per preparare dei comandi già pronti all'interno di menù di altri programmi o del gestore di finestre stesso.

Una cosa importante da sottolineare è che le dimensioni della geometria di una finestra di terminale si esprimono in caratteri e non in punti come si fa di solito.

Infine, con l'opzione -ls, si ottiene una shell di login, mentre con +ls no.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

Dopo xterm, il programma più importante è mlterm,(2) che si distingue per la sua migliore predisposizione alla rappresentazione di testi in lingue differenti, modificando automaticamente anche la direzione del testo, in base al linguaggio usato:

mlterm [opzioni] [-e programma [opzioni]]

Il funzionamento e l'utilizzo è equivalente a quello di xterm, con la differenza che le opzioni non sono sempre compatibili. In particolare, per ottenere una shell di login, occorre usare l'opzione --ls=true, mentre per assicurarsi che non lo sia, si usa l'opzione --ls=false.

233.2   Clipboard

Il servente X offre un supporto modesto alla gestione delle operazioni con cui si taglia, copia e incolla: si tratta esclusivamente delle stringhe (alfanumeriche), per cui tutto si limita alla possibilità di copiare una parte di testo da una finestra di terminale a un'altra.

L'operazione di copia avviene utilizzando il mouse, premendo il tasto sinistro e trascinando in modo da evidenziare il testo desiderato. Per incollare in un'altra applicazione occorre fare in modo che questa passi in primo piano (cioè che la sua finestra diventi quella attiva), poi basta premere il secondo tasto (normalmente è quello centrale) e il testo viene inserito come se venisse digitato, a partire dalla posizione del cursore.

Quando non si dispone di un mouse a tre tasti, oppure se il tasto centrale non funziona, si ottiene la funzione del tasto centrale con la pressione simultanea dei due tasti funzionanti.

Per incollare del testo all'interno di un'applicazione VI, occorre prima attivare la modalità di inserimento, altrimenti VI utilizza il testo incollato come una serie di comandi. Lo stesso ragionamento vale ovviamente anche per altri programmi che possono utilizzare i caratteri normali sia come testo da inserire che come comandi da eseguire.

Ci sono anche altri modi per evidenziare un testo, ma quello che conta è che il testo selezionato per la copia deve rimanere evidenziato fino al momento in cui si intende incollare quel testo.

Molti programmi sono in grado di utilizzare questo servizio offerto da X, ma non tutti. Alcuni programmi hanno la necessità di gestire in proprio le funzionalità relative alle operazioni per tagliare, copiare e incollare, soprattutto quando si tratta di testo formattato, immagini e altro. In questi casi, vengono utilizzati dei meccanismi di comunicazione tra i processi indipendenti dal sistema grafico. Di conseguenza, possono comunicare tra loro solo i processi predisposti per quel particolare sistema di comunicazione. Questo dovrebbe chiarire il motivo per cui il trasferimento di informazioni tra un'applicazione e l'altra, attraverso operazioni per tagliare, copiare e incollare, funziona solo in alcune situazioni e tra particolari gruppi di programmi.

233.2.1   Utilizzo di «xclipboard»

Il programma xclipboard(3) facilita l'utilizzo del servizio per tagliare, copiare e incollare, fornito dal servente X. Si tratta di una serie di pagine su cui è possibile scrivere e incollare del testo attraverso il meccanismo normale di X.

xclipboard [opzioni]

Figura 233.2. Il programma xclipboard permette di utilizzare un'area transitoria per tagliare, copiare e incollare.

xclipboard

Sotto questo aspetto si tratta di niente di più che una specie di programma per la creazione e modifica di testo. Tuttavia, l'accorgimento della gestione di pagine separate lo rende più pratico per questo scopo.

Il programma mostra un menù molto semplice composto da alcune voci all'interno di pulsanti grafici:

<Quit> termina l'esecuzione;
<Delete> svuota il contenuto della pagina attiva;
<New> crea una nuova pagina;
<Save> salva la pagina corrente in un file di testo normale;
<Next> visualizza la pagina successiva;
<Prev> visualizza la pagina precedente.

Per incollare del testo in un'applicazione, utilizzando quanto conservato con questo programma, si deve selezionare la pagina che interessa e poi si deve evidenziare il testo desiderato. Quindi si incolla nel modo solito.

233.3   Caratteri

Nel capitolo introduttivo a X si accenna all'organizzazione dei nomi dei caratteri da stampa usati per la visualizzazione sullo schermo. In particolare, quando i programmi fanno riferimento a un carattere (un tipo di carattere), è consentito normalmente l'uso di simboli jolly (o metacaratteri): l'asterisco e il punto interrogativo. Questi simboli hanno lo stesso significato che gli si attribuisce quando vengono usati per i nomi dei file: l'asterisco corrisponde a qualunque sequenza di caratteri, mentre il punto interrogativo corrisponde a un solo carattere qualsiasi.

Quando attraverso la riga di comando si deve fare riferimento a un modello, cioè un nome che fa uso di simboli jolly, è bene ricordare che la shell interpreta questi simboli se non vengono protetti. Nel caso delle shell derivate da quella di Bourne, basta racchiudere il nome tra apici singoli.

La maggior parte dei programmi, quando deve fare riferimento a un carattere tipografico attraverso la riga di comando, riconosce l'opzione -font tipo_di_carattere (abbreviabile anche con -fn).

233.3.1   Utilizzo di «xlsfonts»

Il programma xlsfonts(4) elenca i caratteri tipografici a disposizione in base a quanto specificato attraverso le opzioni. L'opzione più importante è -font modello, con la quale è possibile indicare un gruppo di caratteri.

xlsfonts [opzioni]

Segue la descrizione di alcuni esempi.

233.3.2   Utilizzo di «xfontsel»

Il programma xfontsel(5) consente di conoscere quali sono i tipi di carattere a disposizione. È comodo da usare, soprattutto perché fornisce la possibilità di selezionare il tipo di carattere attraverso la specificazione delle caratteristiche desiderate per mezzo di un sistema di menù.

xfontsel [opzioni]

Figura 233.4. Attraverso xfontsel si possono visualizzare i tipi di carattere a disposizione.

xfontsel

233.3.3   Utilizzo di «xfd»

Il programma xfd(6) visualizza l'aspetto e la codifica di carattere tipografico che deve essere determinato obbligatoriamente dalle opzioni. Di conseguenza, l'utilizzo dell'opzione -font è obbligatoria.

xfd [opzioni] -font tipo_di_carattere

Figura 233.5. Attraverso xfd si può visualizzare l'insieme di caratteri corrispondente a un certo tipo di carattere.

xfd

233.4   Informazioni sulle finestre e sul servente

Le informazioni sullo stato di una finestra possono essere utili sia a titolo diagnostico, sia per poter riprodurre le stesse condizioni attraverso la configurazione di opzioni o di risorse.

Le informazioni su un servente possono essere interessanti, in particolare quando vengono richieste a distanza.

233.4.1   Utilizzo di «xwininfo»

Il programma xwininfo(7) permette di avere tutte le notizie possibili su una finestra determinata. Emette il risultato attraverso lo standard output, quindi conviene avviare questo programma da una finestra di terminale, se non si intende ridirigere l'output.

xwininfo [opzioni]

Tabella 233.6. Alcune opzioni.

Opzione Descrizione
-id identificatore_della_finestra
Permette di specificare la finestra della quale si vogliono le informazioni, attraverso il codice esadecimale che la identifica.
-root
Emette le informazioni sulla finestra principale cioè la superficie grafica su cui si collocano le finestre normali.
-int
Richiede che gli identificatori delle finestre siano emessi in forma decimale, mentre normalmente vengono mostrati in esadecimale.
-children
Emette l'indicazione della finestra principale, di quella genitrice e delle figlie di quella specificata. Permette quindi di avere una visione della dipendenza che c'è tra le finestre, con particolare attenzione alle figlie.
-tree
Emette l'indicazione della finestra principale, di quella genitrice, delle figlie e delle successive, ricorsivamente. Funziona in maniera simile all'opzione -children, con la differenza che mostra tutte le discendenze.
-stats
Emette molte informazioni riferite alla finestra. Corrisponde al comportamento predefinito, quando non si specificano opzioni.
-all
Emette tutte le informazioni possibili.

Ecco come si comporta xwininfo:

xwininfo[Invio]

xwininfo: Please select the window about which you
          would like information by clicking the
          mouse in that window.

Il programma invita a utilizzare il mouse per indicare una finestra della quale si vogliono conoscere le informazioni.

xwininfo: Window id: 0x2000002 "rxvt"

  Absolute upper-left X:  272
  Absolute upper-left Y:  165
  Relative upper-left X:  0
  Relative upper-left Y:  0
  Width: 494
  Height: 329
  Depth: 8
  Visual Class: PseudoColor
  Border width: 0
  Class: InputOutput
  Colormap: 0x26 (installed)
  Bit Gravity State: ForgetGravity
  Window Gravity State: NorthWestGravity
  Backing Store State: NotUseful
  Save Under State: no
  Map State: IsViewable
  Override Redirect State: no
  Corners:  +272+165  -34+165  -34-106  +272-106
  -geometry 80x25-29+143

233.4.2   Utilizzo di «xdpyinfo»

Il programma xdpyinfo(8) permette di avere tutte le informazioni possibili su un servente X particolare, eventualmente anche remoto.

xdpyinfo [opzioni]
Opzione Descrizione
-display identificatore_del_servente
Permette di definire esplicitamente le coordinate necessarie a raggiungere il servente che si desidera interrogare.

Si osservi l'esempio seguente:

xdpyinfo dinkel.brot.dg:0[Invio]

name of display:    dinkel.brot.dg:0.0
version number:    11.0
vendor string:    The XFree86 Project, Inc
vendor release number:    3200
maximum request size:  4194300 bytes
motion buffer size:  256
bitmap unit, bit order, padding:    32, LSBFirst, 32
image byte order:    LSBFirst
number of supported pixmap formats:    2
supported pixmap formats:
    depth 1, bits_per_pixel 1, scanline_pad 32
    depth 8, bits_per_pixel 8, scanline_pad 32
keycode range:    minimum 9, maximum 117
focus:  window 0x1800002, revert to Parent
number of extensions:    15
    BIG-REQUESTS
    DOUBLE-BUFFER
    MIT-SCREEN-SAVER
    MIT-SHM
    MIT-SUNDRY-NONSTANDARD
    RECORD
    SHAPE
    SYNC
    XC-MISC
    XFree86-DGA
    XFree86-Misc
    XFree86-VidModeExtension
    XInputExtension
    XKEYBOARD
    XTEST
default screen number:    0
number of screens:    1

screen #0:
  dimensions:    800x600 pixels (271x203 millimeters)
  resolution:    75x75 dots per inch
  depths (2):    1, 8
  root window id:    0x2a
  depth of root window:    8 planes
  number of colormaps:    minimum 1, maximum 1
  default colormap:    0x26
  default number of colormap cells:    256
  preallocated pixels:    black 0, white 1
  options:    backing-store YES, save-unders YES
  largest cursor:    64x64
  current input event mask:    0x58003d
    KeyPressMask             ButtonPressMask          ButtonReleaseMask        
    EnterWindowMask          LeaveWindowMask          SubstructureNotifyMask   
    SubstructureRedirectMask PropertyChangeMask       
  number of visuals:    6
  default visual id:  0x20
  visual:
    visual id:    0x20
    class:    PseudoColor
    depth:    8 planes
    available colormap entries:    256
    red, green, blue masks:    0x0, 0x0, 0x0
    significant bits in color specification:    6 bits
  visual:
    visual id:    0x21
    class:    DirectColor
    depth:    8 planes
    available colormap entries:    8 per subfield
    red, green, blue masks:    0x7, 0x38, 0xc0
    significant bits in color specification:    6 bits
...

Il listato che si ottiene è molto lungo, ma le informazioni più importanti possono essere ritrovate nella prima parte. In particolare si nota la dimensione (800×600), la risoluzione (75×75 dpi), la profondità di colori (8 bit) e di conseguenza il numero di colori a disposizione (256):

screen #0:
  dimensions:    800x600 pixels (271x203 millimeters)
  resolution:    75x75 dots per inch
  depths (2):    1, 8
  root window id:    0x2a
  depth of root window:    8 planes
  number of colormaps:    minimum 1, maximum 1
  default colormap:    0x26
  default number of colormap cells:    256
...

233.5   Impostazione dello schermo

La configurazione del funzionamento dello schermo riguarda il tipo di interazione tra l'utente e i programmi (tastiera, mouse, salva-schermo), oltre al tipo di superficie grafica, ovvero la finestra principale.

233.5.1   Utilizzo di «xset»

Il programma xset(9) permette di definire e leggere una grande quantità di impostazioni che riguardano la stazione grafica (il servente X). Le opzioni particolari di questo programma non utilizzano il trattino tradizionale, o quantomeno non nel modo solito. Quando l'utente che ha impostato la configurazione termina la sua sessione di lavoro, tutto torna al suo valore precedente.

xset [opzioni]

Tabella 233.12. Alcune opzioni.

Opzione Descrizione
-display identificatore_del_servente
Permette di definire esplicitamente le coordinate necessarie a raggiungere il servente su cui si desidera intervenire.
b {volume tono durata} \
  \| {on|off}
Definisce il suono dell'avvisatore acustico. Utilizzando gli argomenti on oppure off si attiva o si disattiva l'avvisatore acustico.
m [{accelerazione [soglia]} \
  \| default ]
Permette di definire il valore di accelerazione e di soglia dello spostamento del dispositivo di puntamento. Se non viene indicato alcun valore, oppure se viene utilizzato l'argomento default, si ripristinano le impostazioni predefinite. L'accelerazione può essere stabilita indicando un numero intero che rappresenta un valore da moltiplicare alla velocità, quando questa supera il valore di soglia specificato. In pratica, se lo spostamento è al di sotto della soglia, il movimento del puntatore è lento, se questa viene superata, lo spostamento risulta accelerato del fattore di accelerazione indicato.
r [on|off]
Abilita o disabilita la ripetizione del tasto premuto a lungo.
s [{durata_inattività \
  \[durata_esposizione]} \
  \| parola_chiave ]
Questa opzione permette l'utilizzo di due argomenti numerici o di una parola chiave. Lo scopo è quello di configurare il comportamento del salva-schermo. La durata di inattività rappresenta il tempo, in secondi, che deve trascorrere prima che si attivi il salva-schermo; la durata di esposizione riguarda il caso in cui si utilizzi un'immagine al posto dello schermo nero; rappresenta il tempo in cui questa immagine può rimanere ferma. Segue l'elenco e la descrizione delle parole chiave.
s default
Pone tutti i valori a quanto stabilito in modo predefinito.
s {on|off}
Attiva o disattiva la modalità.
s {blank|noblank}
In alcuni sistemi, non è possibile o non si desidera oscurare completamente lo schermo. blank utilizza l'oscuramento, mentre noblank mostra un'immagine e in tal caso si fa uso della durata di esposizione per sapere quanto tempo questa immagine può stare ferma.
s activate
Attiva immediatamente il salva-schermo.
s reset
Disattiva il salva-schermo se è attivo.
q
Permette di ottenere le informazioni relative a tutte le impostazioni a cui può accedere xset.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

233.5.2   Utilizzo di «xsetroot»

Il programma xsetroot(10) permette di gestire le caratteristiche della finestra principale, ovvero la superficie grafica su cui si appoggiano le finestre normali.

xsetroot [opzioni]

Tabella 233.14. Alcune opzioni.

Opzione Descrizione
-display identificatore_del_servente
Permette di definire esplicitamente le coordinate necessarie a raggiungere il servente su cui si desidera intervenire.
-def
Ripristina l'impostazione predefinita.
-cursor file_puntatore file_maschera
Permette di definire un'immagine diversa per il puntatore che appare quando questo si trova sulla superficie della finestra principale. Per realizzare questi file si può usare il programma bitmap. L'immagine usata come primo argomento dell'opzione si «appoggia» sull'immagine usata come secondo. Se non si vogliono ottenere trasparenze o bordi, basta usare lo stesso file per il primo e il secondo argomento.
-bitmap immagine_bitmap
Permette di definire una piccola immagine da usare ripetitivamente come fondale. Il formato dell'immagine è quello generato dal programma bitmap.
-gray
-grey
Rende lo sfondo grigio.
-solid colore
Definisce il colore dello sfondo.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

233.5.3   Disegno del puntatore del mouse

Attraverso il programma bitmap(11) è possibile disegnare l'immagine del puntatore grafico, secondo il formato previsto da xsetroot. Il programma si usa normalmente in modo interattivo, senza fornire argomenti:

bitmap [opzioni] [file]

Il disegno che si può costruire è semplicemente un mosaico rettangolare di tessere nere o bianche; normalmente la superficie iniziale è di 16×16 punti, ma può essere modificata selezionando la voce {Resize} del menù {File}.

Figura 233.15. Il programma bitmap con un disegno di 33×33 punti.

bitmap

L'immagine che si vede nella figura potrebbe essere usata per costruire un puntatore grafico. Per fare in modo che le linee appaiano nere, occorre utilizzare un'altra immagine, simile, da usare come maschera. Nella figura successiva si vede un'immagine che riproduce la stessa forma, con dei segni più spessi:

bitmap

La seconda immagine viene usata come sfondo, di colore bianco, mentre la prima si posa sopra, con un tratto di colore nero:

xsetroot -cursor primo secondo[Invio]

Come si intende, il comando mostrato serve a utilizzare effettivamente il disegno come puntatore grafico, dove i nomi primo e secondo rappresentano rispettivamente il primo e il secondo file, realizzati con bitmap.

233.6   Programmi di servizio vari

Alcuni programmi, per quanto semplici, sono di grande utilità, pertanto è opportuno conoscerne almeno l'esistenza.

Il controllo dell'utilizzo delle risorse di sistema può essere fatto attraverso xidle, xload e xmem, che, rispettivamente, servono per visualizzare il grafico: dell'inattività del sistema, del carico di sistema; della memoria disponibile.

xidle [opzioni]
xload [opzioni]
xmem [opzioni]

A volte si ha la necessità di concludere l'esecuzione di un'applicazione in modo più o meno violento perché questa è sfuggita al controllo. Di solito, per ottenere questo risultato si utilizza l'invio di un segnale attraverso una shell. Quando si tratta di applicazioni per X si può utilizzare una tecnica in più: si comunica al servente di terminare la connessione con l'applicazione che si desidera concludere. Ciò si può ottenere attraverso una funzione fornita dal gestore di finestre o da un programma apposito: xkill.(12)

xkill [opzioni]

Il programma xkill permette di eliminare un programma funzionante in una finestra del sistema grafico X. Quando viene utilizzato senza argomenti, xkill trasforma il puntatore in un'immagine speciale (solitamente si tratta di un teschio nero) e permette di indicare direttamente la finestra da eliminare. Basta un clic e si ottiene il risultato.

Quando si utilizza prevalentemente il sistema grafico, si può avere la necessità di essere avvisati in presenza di posta elettronica nella propria casella. Alcuni gestori di finestre forniscono già questo tipo di informazione, ma in mancanza di altro può essere utile xbiff:(13)

xbiff [opzioni]

Il programma xbiff è si limita ad avvisare quando il file utilizzato per ricevere la posta elettronica risulta contenere qualcosa. Il programma è altamente configurabile, sia attraverso le opzioni, sia attraverso le risorse. In particolare, vale la pena di considerare l'opzione -file file, con cui si può indicare a xbiff di controllare un file differente rispetto a quello predefinito.

Figura 233.17. Il programma xbiff quando il file della posta elettronica è vuoto e quando ci sono dei messaggi.

xbiff

Nelle sezioni successive si descrivono altri programmi di servizio un po' più importanti.

233.6.1   Utilizzo di «xclock»

Il programma xclock(14) si occupa di visualizzare l'ora. Dal momento che è possibile visualizzare l'ora in modo digitale (numerico), l'opzione -font ha significato e può essere utile per cambiare l'aspetto dei caratteri.

xclock [opzioni]

Figura 233.18. xclock -digital -font '-adobe-times-bold-i-*--24-*'

xclock-digital

Alcuni gestori di finestre forniscono già un orologio attraverso i loro componenti; in questi casi non serve utilizzare xclock.(15)

Opzione Descrizione
-analog
Mostra l'ora in modo analogico.
-digital
Mostra l'ora in forma numerica.
Risorsa Descrizione
*analog: {on|off}
Mostra l'ora in modo analogico (on) oppure digitale (off).

233.6.2   Utilizzo di «xcalc»

Il programma xcalc(16) è una calcolatrice semplice e potente. Il suo funzionamento è abbastanza intuitivo, se non si desidera utilizzare la notazione polacca inversa, ma si tratta di un programma altamente configurabile ed eventualmente vale la pena di consultare la documentazione originale: xcalc(1).

xcalc [opzioni]
Opzione Descrizione
-rpn
Imposta l'aspetto e il funzionamento secondo la notazione polacca inversa.
Risorsa Descrizione
*rpn: {on|off}
Imposta o annulla l'aspetto e il funzionamento secondo la notazione polacca inversa.

Appunti di informatica libera 2007.02 --- Copyright © 2000-2007 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>


1) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

2) MLterm   BSD e GNU GPL, a seconda della porzione di codice

3) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

4) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

5) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

6) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

7) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

8) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

9) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

10) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

11) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

12) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

13) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

14) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice

15) Esistono almeno altri due programmi per visualizzare l'ora: oclock e rclock.

16) X   MIT più altre licenze per porzioni particolari di codice


Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome x_programmi_di_servizio_tradizionali.htm

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