[successivo] [precedente] [inizio] [fine] [indice generale] [indice ridotto] [indice analitico] [volume]


Capitolo 659.   nanoLinux: installazione

nanoLinux può essere installato in una partizione di un disco fisso collegato al bus ATA interno o al bus USB. Nel secondo caso non fa differenza se si tratta di una memoria allo stato solido o di un disco vero e proprio; quello che conta è che ci sia lo spazio necessario a disposizione.

Per l'avvio di un sistema installato in una unità esterna collegata al bus USB, conviene avvalersi di SYSLINUX, invece di GRUB, come viene descritto in una sezione apposita del capitolo.

Una volta installato in un disco che consenta l'accesso anche in scrittura, è possibile cambiare l'insieme dei pacchetti installati e riprodurre un nuovo CD o DVD, purché siano rimasti i programmi necessari per la registrazione su questo tipo di unità di memorizzazione.

Tabella 659.1. Cosa occorre usare per installare nanoLinux in un disco fisso comune o in una unità esterna USB.

Comando Descrizione
fdisk file_di_dispositivo
Creazione o modifica delle partizioni.
mkswap file_di_dispositivo
Inizializzazione di una partizione di scambio per la memoria virtuale.
mkfs.ext3 file_di_dispositivo
Inizializzazione di una partizione da usare per l'installazione del sistema operativo o di altri dati.
mkfs.msdos file_di_dispositivo
Inizializzazione di una partizione da usare per l'avvio del sistema operativo, quando si utilizza SYSLINUX a questo proposito.
nanorc nanolinux install
Comando di nanorc per eseguire la procedura di installazione.
grub
Predisposizione del sistema di avvio.
syslinux
Predisposizione del sistema di avvio.
install-mbr
Ricostruzione dei un settore di avvio generico.

659.1   Piano di utilizzo delle partizioni

Per l'installazione di nanoLinux viene proposta un'organizzazione particolare delle quattro partizioni primarie comuni, in modo da facilitare una sorta di standardizzazione, quando non emergono esigenze specifiche particolari.

Tabella 659.2. Convenzione suggerita nella suddivisione in partizioni per l'installazione di nanoLinux.

Esempi di file di dispositivo Utilizzo

/dev/hda1
/dev/hdb1
/dev/sda1
/dev/sdb1
La prima partizione primaria può essere utilizzata per inserirvi un file system Dos-FAT, che ne consente l'utilizzo con vari sistemi operativi e può servire anche per collocare il sistema di avvio (kernel e GRUB per esempio). Questa partizione deve avere una capacità maggiore o al massimo uguale a 10 Mibyte; inoltre, se si utilizza un file system Dos-FAT, conviene che sia precisamente di tipo FAT16 (per le partizioni si usa il codice 616).

/dev/hda2
/dev/hdb2
/dev/sda2
/dev/sdb2
La seconda partizione primaria potrebbe essere usata per contenere il file system principale, che pertanto potrebbe essere di tipo Second-extended, meglio se precisamente si tratta di Ext3.

/dev/hda3
/dev/hdb3
/dev/sda3
/dev/sdb3
La terza partizione primaria potrebbe essere usata per contenere dati, oppure per un altro sistema operativo.

/dev/hda4
/dev/hdb4
/dev/sda4
/dev/sdb4
La quarta partizione primaria potrebbe essere usata per lo scambio della memoria virtuale.

Partendo dalla suddivisione proposta nella tabella appena mostrata, la prima partizione primaria si può omettere del tutto, se si è certi di non averne bisogno. Per quanto riguarda la terza partizione primaria, se di questa non c'è bisogno subito, la si può omettere ugualmente; tuttavia, nel caso si preveda la possibilità di averne bisogno in un momento successivo, si può predisporre inizialmente una quarta partizione per lo scambio della memoria virtuale, che in seguito potrebbe essere ridotta, per ricavare la terza partizione che inizialmente non serviva.

659.2   Installazione in un disco fisso

nanoLinux può essere installato in un disco, sia quando sta funzionando da CD o da DVD, sia quando è in funzione da un disco normale. Ciò permette, per esempio, di installarlo da disco USB a disco ATA, da disco USB a un altro disco USB, o in altre combinazioni possibili.

Prima di installare nanoLinux è necessario predisporre manualmente le partizioni nel disco che deve accoglierlo. Per questo è disponibile fdisk, con cui si deve predisporre una partizione per la memoria virtuale (tipo 8216) e una per il file system (tipo 8316). Eventualmente si può usare anche parted per ridimensionare le partizioni già esistenti.

Quando si va a modificare la suddivisione in partizioni di un disco, occorre prima accertarsi di non utilizzarlo. L'errore più frequente che si commette sta nel dimenticare attiva una partizione per lo scambio della memoria virtuale. Ciò può succedere anche quando si avvia nanoLinux da un CD o da un DVD, perché se questo trova una partizione già predisposta per lo scambio della memoria virtuale, la utilizza. Pertanto, prima di intervenire in un disco con programmi come fdisk e parted, occorre verificare di non utilizzare quel disco anche in tal modo. Si può verificare facilmente l'utilizzo di memoria di scambio con l'uso del comando free. A ogni modo, se ci si dimentica di questo o di altri accessi al disco, al termine delle modifiche, queste non sono prese in considerazione dal sistema, pertanto si può essere costretti a riavviare, o a ripeterle dopo che gli accessi sono stati esclusi. Eventualmente, per terminare l'uso di una memoria di scambio, basta il comando seguente:

swapoff -a[Invio]

Viene mostrato un esempio sintetico di suddivisione in partizioni con fdisk, che si uniforma ai criteri descritti all'inizio del capitolo, riferito al primo disco ATA (/dev/hda). Eventualmente si veda anche il capitolo 45 per una descrizione più dettagliata.

fdisk /dev/hda[Invio]

Command (m for help): 

Il programma fdisk accetta comandi composti da una sola lettera e per vederne un breve promemoria basta utilizzare il comando m.

Command (m for help): m[Invio]

Command action
   a   toggle a bootable flag
   b   edit bsd disklabel
   c   toggle the dos compatibility flag
   d   delete a partition
   l   list known partition types
   m   print this menu
   n   add a new partition
   o   create a new empty DOS partition table
   p   print the partition table
   q   quit without saving changes
   s   create a new empty Sun disklabel
   t   change a partition's system id
   u   change display/entry units
   v   verify the partition table
   w   write table to disk and exit
   x   extra functionality (experts only)

La prima cosa che si fa normalmente è di visualizzare la situazione iniziale con il comando p:

Command (m for help): p[Invio]

Disk /dev/hda: 10.0 GB, 10056131072 bytes
64 heads, 32 sectors/track, 9590 cylinders
Units = cylinders of 2048 * 512 = 1048576 bytes

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/hda1   *           1         100      102384    6  DOS 16-bit >=32M
/dev/hda2             101        9000     9113600   83  Linux
/dev/hda3            9001        9590      604160   82  Linux swap

In questo caso, si preferisce cancellare le partizioni esistenti e ricominciare da zero:

Command (m for help): d[Invio]

Partition number (1-4): 1[Invio]

Command (m for help): d[Invio]

Partition number (1-4): 2[Invio]

Command (m for help): d[Invio]

Selected partition 3

Command (m for help): p[Invio]

Disk /dev/hda: 10.0 GB, 10056131072 bytes
64 heads, 32 sectors/track, 9590 cylinders
Units = cylinders of 2048 * 512 = 1048576 bytes

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System

A questo punto si definiscono la seconda e quarta partizione, per ospitare il file system principale e lo scambio della memoria virtuale rispettivamente:

Command (m for help): n[Invio]

Command action
   e   extended
   p   primary partition (1-4)

p[Invio]

Partition number (1-4): 2[Invio]

First cylinder (1-9590, default 1): 1[Invio]

Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (1-9590, default 9590): +9500M[Invio]

Command (m for help): n[Invio]

Command action
   e   extended
   p   primary partition (1-4)

p[Invio]

Partition number (1-4): 4[Invio]

First cylinder (9062-9590, default 9062): 9062[Invio]

Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (9062-9590, default 9590): 9590[Invio]

Command (m for help): p[Invio]

Disk /dev/hda: 10.0 GB, 10056131072 bytes
64 heads, 32 sectors/track, 9590 cylinders
Units = cylinders of 2048 * 512 = 1048576 bytes

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/hda2               1        9061     9278448   83  Linux
/dev/hda4            9062        9590      541696   83  Linux

A questo punto si deve modificare il tipo di partizione per /dev/hda4:

Command (m for help): t[Invio]

Partition number (1-4): 4[Invio]

Hex code (type L to list codes): L

 0  Empty           1c  Hidden Win95 FA 70  DiskSecure Mult bb  Boot Wizard hid
 1  FAT12           1e  Hidden Win95 FA 75  PC/IX           be  Solaris boot   
 2  XENIX root      24  NEC DOS         80  Old Minix       c1  DRDOS/sec (FAT-
 3  XENIX usr       39  Plan 9          81  Minix / old Lin c4  DRDOS/sec (FAT-
 4  FAT16 <32M      3c  PartitionMagic  82  Linux swap      c6  DRDOS/sec (FAT-
 5  Extended        40  Venix 80286     83  Linux           c7  Syrinx         
 6  FAT16           41  PPC PReP Boot   84  OS/2 hidden C:  da  Non-FS data    
 7  HPFS/NTFS       42  SFS             85  Linux extended  db  CP/M / CTOS / .
 8  AIX             4d  QNX4.x          86  NTFS volume set de  Dell Utility   
 9  AIX bootable    4e  QNX4.x 2nd part 87  NTFS volume set df  BootIt         
 a  OS/2 Boot Manag 4f  QNX4.x 3rd part 8e  Linux LVM       e1  DOS access     
 b  Win95 FAT32     50  OnTrack DM      93  Amoeba          e3  DOS R/O        
 c  Win95 FAT32 (LB 51  OnTrack DM6 Aux 94  Amoeba BBT      e4  SpeedStor      
 e  Win95 FAT16 (LB 52  CP/M            9f  BSD/OS          eb  BeOS fs        
 f  Win95 Ext'd (LB 53  OnTrack DM6 Aux a0  IBM Thinkpad hi ee  EFI GPT        
10  OPUS            54  OnTrackDM6      a5  FreeBSD         ef  EFI (FAT-12/16/
11  Hidden FAT12    55  EZ-Drive        a6  OpenBSD         f0  Linux/PA-RISC b
12  Compaq diagnost 56  Golden Bow      a7  NeXTSTEP        f1  SpeedStor      
14  Hidden FAT16 <3 5c  Priam Edisk     a8  Darwin UFS      f4  SpeedStor      
16  Hidden FAT16    61  SpeedStor       a9  NetBSD          f2  DOS secondary  
17  Hidden HPFS/NTF 63  GNU HURD or Sys ab  Darwin boot     fd  Linux raid auto
18  AST SmartSleep  64  Novell Netware  b7  BSDI fs         fe  LANstep        
1b  Hidden Win95 FA 65  Novell Netware  b8  BSDI swap       ff  BBT            

Hex code (type L to list codes): 82[Invio]

Changed system type of partition 4 to 82 (Linux swap)

Command (m for help): p[Invio]

Disk /dev/hda: 10.0 GB, 10056131072 bytes
64 heads, 32 sectors/track, 9590 cylinders
Units = cylinders of 2048 * 512 = 1048576 bytes

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/hda2               1        9061     9278448   83  Linux
/dev/hda4            9062        9590      541696   82  Linux swap

Per memorizzare le variazioni si conclude con il comando w; se invece si preferisce rinunciare, basta utilizzare il comando q che si limita a concludere l'esecuzione del programma annullando le operazioni svolte.

Command (m for help): w[Invio]

The partition table has been altered!
...
Syncing disks.
...

Dopo la suddivisione in partizioni, occorre inizializzare ciò che serve. Proseguendo secondo l'esempio di suddivisione appena proposto, di può intervenire così:

mkswap /dev/hda4[Invio]

mkfs.ext3 /dev/hda2[Invio]

Al termine si può passare all'installazione, con il comando seguente, indicando il file di dispositivo corrispondente alla partizione di destinazione, che deve essere stata preparata e inizializzata come è già stato mostrato:

nanorc nanolinux install[Invio]

Figura 659.14. Il comando nanorc nanolinux install richiede di specificare il file di dispositivo corrispondente alla partizione nella quale installare il CD o il DVD.

.---------------------nanoLinux 47 installation-----------------------.
| Please insert the device file for the disk partition used as the    |
| destination or enter the already mounted mount-point.               |
| If you enter something like "/dev/..." it is assumed to be a device |
| file; if you enter something like "/mnt/..." it is assumed to be a  |
| mount-point, where you have already mounted your destination file   |
| system.                                                             |
| .-----------------------------------------------------------------. |
| |/dev/hd...                                                       | |
| `-----------------------------------------------------------------' |
|                                                                     |
|---------------------------------------------------------------------|
|                   <  OK  >            <Cancel>                      |
`---------------------------------------------------------------------'

Naturalmente, al posto di /dev/hd... occorre indicare il file di dispositivo che corrisponde alla partizione in cui si vuole installare il sistema operativo, cancellando i puntini finali superflui. Si osservi che l'esempio proposto dal programma sembra suggerire l'installazione in un disco ATA, ma si può installare anche in un disco USB esterno, mettendo il nome appropriato (/dev/sd...), oppure in un insieme di dischi RAID (/dev/mdn).

Alcuni lettori CD o DVD, all'apparenza perfettamente funzionanti, potrebbero non essere in grado di leggere tutto il contenuto di un disco, anche senza la segnalazione di alcun errore. È importante tenere presente il problema quando si utilizza nanoLinux in questo modo, ma soprattutto quando si cerca di installarlo, perché ciò che si ottiene potrebbe essere solo una copia parziale del disco originale.

La copia richiede un certo tempo, proporzionale alle dimensioni di nanoLinux. Quando si può verificare che il contenuto della directory boot/ è stato copiato, si può procedere in un'altra console virtuale a installare il sistema di avvio, che si avvale di GRUB. Si continua a supporre di installare la copia di nanoLinux nella partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda2:

grub[Invio]

grub> root (hd0,1)[Invio]

 Filesystem type is ext2fs, partition type 0x83

grub> setup (hd0)[Invio]

 Checking if "/boot/grub/stage1" exists... yes
 Checking if "/boot/grub/stage2" exists... yes
 Checking if "/boot/grub/e2fs_stage1_5" exists... yes
 Running "embed /boot/grub/e2fs_stage1_5 (hd0)"...  16 sectors are embedded.
succeeded
 Running "install /boot/grub/stage1 (hd0) (hd0)1+16 p (hd0,1)/boot/grub/stage2
/boot/grub/menu.lst"... succeeded
Done.

grub> quit[Invio]

In questo modo viene installato un menù di avvio generico, con il quale si deve specificare la partizione da avviare. Volendo si può modificare il file boot/grub/menu.lst per le proprie esigenze, soprattutto se si intende avviare anche un altro sistema operativo (si veda il capitolo 51 per la descrizione dell'utilizzo di GRUB).

Nel caso l'installazione avvenga in un disco diverso, occorre usare l'indicazione appropriata per GRUB. Supponendo di volere installare nella seconda partizione di un disco USB esterno, se nell'elaboratore è presente un solo disco ATA e non ci sono altri dischi esterni, GRUB lo considera come secondo disco, pertanto il disco andrebbe identificato come (hd1) e la partizione come (hd1,1).

Quando si avvia il sistema per mezzo di GRUB, l'ordine dei dischi può essere diverso; pertanto, il disco esterno USB che viene avviato dal BIOS, potrebbe risultare essere il primo disco. Di questo occorre essere consapevoli per poter configurare correttamente il file boot/grub/menu.lst, o almeno per sapere quale voce scegliere all'avvio. Inizialmente può essere necessario fare degli esperimenti, modificando al volo l'istruzione di avvio con il comando e (edit), aiutandosi con il completamento automatico di GRUB stesso (si veda eventualmente il capitolo 51 GRUB)).

Riquadro 659.17. Avvio di un disco esterno e ritardo nel kernel.

Per l'avvio di nanoLinux installato in un disco USB è importante considerare che tra le opzioni del kernel deve essere prevista la presenza di setupdelay, a cui si assegna un numero intero che rappresenta un ritardo in secondi prima dell'innesto del file system principale. Questa opzione è presente solo nel kernel realizzato per nanoLinux e consente di avviare un disco USB senza bisogno di un disco RAM. Questa opzione è già presente nel file boot/grub/menu.lst per le voci riferite a dischi di questo tipo, con un ritardo di 7 s. Il tipo di modifiche apportate al kernel è descritto nel dettaglio nel capitolo 85.

Riquadro 659.18. Sistemazione dell'avvio.

Quando si installa un sistema operativo è meglio essere prudenti: in generale è sconsigliabile tentare di far convivere due sistemi operativi diversi nello stesso disco o anche in dischi diversi ma collegati allo stesso sistema di bus ATA, a meno che entrambi siano predisposti per convivere pacificamente assieme. In generale, GNU/Linux funziona correttamente se vengono usati, alternativamente, anche altri sistemi sullo stesso elaboratore, ma possono essere gli altri sistemi operativi che non sono in grado di fare altrettanto. Piuttosto di rischiare, è sicuramente meglio installare in un disco esterno collegato con un bus USB.

Nel caso si debba installare nanoLinux in una partizione di un disco ATA, convivendo con un altro sistema operativo, il problema che si deve risolvere subito sta nel gestire l'avvio separato dei due sistemi, pertanto occorre conoscere la configurazione di GRUB per questo scopo (tenendo conto del rischio di non poter più avviare l'altro sistema operativo se si sbaglia qualcosa). Volendo evitare questo problema conviene evitare del tutto l'installazione di GRUB, avviando nanoLinux con l'aiuto del CD o del DVD, indicando, nel caso degli esempi fatti, la sigla hda2 all'avvio. Nello stesso modo, quando si installa in un disco USB esterno, se il BIOS non è in grado di avviarlo, si può usare un CD o un DVD indicando la sigla appropriata (per esempio sda2 se si tratta della seconda partizione).

Riquadro 659.19. Installazione in un insieme RAID e avvio successivo.

Se si installa nanoLinux in un insieme di dischi RAID (un file di dispositivo del tipo /dev/mdn), è bene che la directory /boot/ sia contenuta in una partizione «normale», altrimenti diventa difficile installare poi il sistema di avvio.

Al termine della copia, oltre a predisporre il sistema di avvio, è necessario intervenire in alcune parti della configurazione; per la precisione è necessario verificare il file /etc/fstab, all'interno del quale conviene anche indicare la partizione contenente la memoria virtuale. Si tratta delle prime tre righe, che, secondo gli esempi proposti devono risultare alla fine nel modo seguente:

/dev/hda4   none                 swap   sw                           0   0
/dev/hda2   /                    auto   defaults,errors=remount-ro   0   1
/dev/hda2   /CD-ROOT/HD-ROOT     auto   defaults,noauto              0   0
...

Si osservi che è necessaria l'indicazione di due punti di innesto associati allo stesso file di dispositivo: reinnestando la partizione anche nella directory /CD-ROOT/HD-ROOT/ è possibile poi ricreare un nuovo CD o DVD di nanoLinux, probabilmente dopo aver modificato qualcosa nella copia realizzata nella partizione del disco fisso.

Al termine dell'installazione, lo script elimina la parola d'ordine agli utenti comuni, in modo da non consentirne l'accesso, lasciando funzionante solo l'utenza dell'amministratore (root). Se prima dell'installazione la parola d'ordine è stata cambiata, questo cambiamento viene mantenuto anche nella copia che viene installata. Se la parola d'ordine dell'utente root non è stata cambiata prima dell'installazione, alla prima occasione è necessario farlo, associandone eventualmente una agli utenti comuni che si vogliono usare. Si tenga conto anche del fatto che il sistema operativo che si ottiene installando nanoLinux prevede l'avvio automatico del servente OpenSSH, pertanto chiunque potrebbe accedere all'utenza root se la parola d'ordine originale non viene sostituita.

Riquadro 659.21. Utenze comuni.

Quando si installa nanoLinux in un disco comune (interno o esterno), conviene creare delle utenze personalizzate. Gli utenti tizio, caio,... martino e calpurnio, pur non potendo accedere per mancanza di una parola d'ordine, dispongono comunque della loro directory personale: in alcune situazioni ciò può essere utile; in altre può essere considerato un problema di sicurezza. In generale, se gli utenti comuni predefiniti non servono, è meglio eliminare del tutto le loro directory personali, che corrispondono a /home/tizio/, /home/caio/,... /home/calpurnio/.

Si osservi comunque che questa modifica non pregiudica la produzione di un nuovo CD o DVD, perché queste directory personali vengono ricreate in modo automatico.

Se l'elaboratore in cui si lavora è connesso stabilmente a una rete locale, si può utilizzare il comando nanorc network config per la configurazione di una situazione comune, oppure si può arrivare anche a modificare lo script /etc/init.d/network (rischiando però di dover rinunciare agli automatismi di nanoLinux); si osservi che questo file è molto diverso dallo standard delle distribuzioni GNU/Linux Debian, ma nulla vieta di riportarlo alla normalità se questo è ciò che si desidera. In ogni caso, può essere utile modificare i file /etc/hostname e /etc/mailname. Per esempio, se il proprio elaboratore deve avere il nome di dominio dinkel.brot.dg, il file /etc/hostname deve contenere la stringa dinkel, mentre nel file /etc/mailname serve il nome di dominio completo (eventualmente, il file /etc/mailname viene modificato anche dal comando nanorc mta domain).

Una volta installato nanoLinux, può essere necessario intervenire nel file di configurazione /etc/X11/xorg.conf, che in condizioni normali è predisposto per un adattatore grafico VESA, oppure si può usare il comando nanorc x config (in tal caso servono i privilegi dell'utente root), che consente di ricreare un file /etc/X11/xorg.conf adatto.

Attraverso il comando nanorc x config si ricrea il file /etc/X11/xorg.conf a partire da /etc/X11/xorg.conf.vesa, modificando il tipo di adattatore grafico e la mappa della tastiera.

Nel caso si intenda utilizzare il sistema APT (capitolo 63) per fare delle modifiche sui pacchetti installati o per procedere a un aggiornamento di questi, si ricordi di modificare il file /etc/apt/sources.list, indicando valori appropriati al proprio contesto.

659.3   Installazione in una unità USB e avvio

L'installazione di nanoLinux in una unità USB procede sostanzialmente come se si trattasse di un disco fisso comune, con la differenza che conviene usare SYSLINUX per l'avvio.

A questo proposito, diventa indispensabile la prima partizione di avvio, che deve contenere necessariamente una partizione di tipo FAT16 (il codice da usare con il programma fdisk è 616). Inoltre, con l'ausilio di fdisk occorre attivare l'indicatore di partizione avviabile. Ecco un esempio di suddivisione in partizioni fatta in questo modo, tenendo conto anche dell'indicatore di partizione avviabile:

Disk /dev/sda: 4110 MB, 4110417920 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 498 cylinders
Units = cylinders of 16065 * 512 = 8225280 bytes

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sda1   *           1           2       16033+   6  FAT16
/dev/sda2               3         498     3984120+  83  Linux

Nella prima partizione va copiato il contenuto della directory CD-ROOT/syslinux/; quindi si utilizza il programma syslinux in questo modo:

syslinux /dev/sda1[Invio]

Infine, occorre accertarsi di avere un settore di avvio adatto. Lo si ricrea facilmente con install-mbr:

install-mbr /dev/sda[Invio]

Quando poi si avvia il sistema dal'unità esterna, si ottiene così una schermata simile a quella dell'avvio da CD/DVD:

banner

nanoLinux, as an adaptation of a GNU/Linux distribution is Copyright (C)
2002-2007 Daniele Giacomini <daniele@swlibero.org>, and is distributed under
the GNU General Public License:

      This work is free software without any warranty; you can
      redistribute it and/or modify it under the terms of the GNU General
      Public License as published by the Free Software Foundation; either
      version 2 of the License, or (at your option) any later version. See
      /usr/share/doc/common-licenses/GPL-2 for details.

The software packages included might have different conditions (see files
"/usr/share/doc/*/copyright" for details). The software included is generally
free, or at least free of charge, but some activities like selling or exporting
out of some countries might be restricted.
===============================================================================
Please select a name like: sda1, sda2,... hdb, hdc, hdd, hda1, hda2,... 
sda2,... sr0, sr1, to boot the root file system from the corresponding device
file ("/dev/sda1", "/dev/sda2", etc.). But you may press [F1], [F2],... to get
help.

Seguendo gli esempi già mostrati, all'avvio occorre indicare la sigla sda2, oppure osda2.

659.4   Installazione in una directory

Nel caso lo si preferisca, è possibile installare nanoLinux in una struttura più articolata, composta da più dischi o semplicemente da più partizioni innestate tra di loro. Per fare questo, occorre innestare inizialmente la partizione che deve ospitare il file system principale a partire da una sottodirectory di /mnt/ (secondo il criterio normale di nanoLinux); successivamente occorre creare le directory ulteriori, a partire dalle quali si intende articolare il file system di destinazione, quindi occorre innestare manualmente le altre partizioni e infine procedere con l'installazione.

A titolo di esempio, si suppone di disporre di un disco ATA e di averlo suddiviso nel modo seguente:

Partizione Scopo
/dev/hda1 partizione di avvio, da innestare nella directory /boot/;
/dev/hda2 partizione del file system principale;
/dev/hda5 partizione da innestare nella directory /usr/;
/dev/hda6 partizione da innestare nella directory /home/;
/dev/hda7 partizione per lo scambio della memoria virtuale (swap).

Dopo aver inizializzato in modo appropriato le varie partizioni, queste vanno innestate secondo lo schema previsto, ma per farlo occorre anche creare le directory necessarie:

mount /mnt/hda2[Invio]

mkdir /mnt/hda2/boot[Invio]

mkdir /mnt/hda2/usr[Invio]

mkdir /mnt/hda2/home[Invio]

mount -t auto /dev/hda1 /mnt/hda2/boot[Invio]

mount -t auto /dev/hda5 /mnt/hda2/usr[Invio]

mount -t auto /dev/hda6 /mnt/hda2/home[Invio]

A questo punto, si può procedere con il comando di installazione, ma invece di indicare un file di dispositivo come destinazione, si deve specificare la directory da cui il tutto si articola: /mnt/hda2.

nanorc nanolinux install[Invio]

.---------------------nanoLinux 47 installation-----------------------.
| Please insert the device file for the disk partition used as the    |
| destination or enter the already mounted mount-point.               |
| If you enter something like "/dev/..." it is assumed to be a device |
| file; if you enter something like "/mnt/..." it is assumed to be a  |
| mount-point, where you have already mounted your destination file   |
| system.                                                             |
| .-----------------------------------------------------------------. |
| |/dev/hd...                                                       | |
| `-----------------------------------------------------------------' |
|                                                                     |
|---------------------------------------------------------------------|
|                   <  OK  >            <Cancel>                      |
`---------------------------------------------------------------------'

Si deve correggere e indicare /mnt/hda2:

/mnt/hda2<OK>

Il resto procede normalmente.

659.5   Installazione compressa

Il CD o il DVD di nanoLinux potrebbe contenere un file system compresso, che viene trattato dal kernel in modo trasparente, ovvero come se fosse un file system normale. Il kernel Linux è in grado di gestire diversi tipi di file system compressi, ma si tratta in ogni caso di file system in sola lettura.

È possibile installare nanoLinux copiando il file-immagine del CD o del DVD in una partizione, che però deve avere una capacità maggiore o uguale a quella del file-immagine originale:

cat nLinux-n.edizione.iso9660.gz.* | gunzip > /dev/hda2[Invio]

Oppure:

cp /dev/hdc /dev/hda2[Invio]

Quelli mostrati sono solo esempi possibili, nei quali si presume di dover installare la copia in questione nella seconda partizione del primo disco ATA. Nel secondo caso, in particolare, si immagina di avere il CD o il DVD di nanoLinux in un lettore corrispondente alla terza unità ATA (la seconda modalità di copia può generare degli errori al termine, che però non dovrebbero risultare fatali).

La partizione che si ottiene può essere avviata solo con l'aiuto di un sistema esterno, come GRUB e come SYSLINUX, che però deve trovarsi in ogni caso al di fuori di quel file system. Pertanto, diventa indispensabile la presenza di una partizione /dev/hda1 per questo scopo.

La configurazione di GRUB per avviare nanoLinux in questa modalità di funzionamento non ha niente di diverso rispetto a un'installazione normale: quando il sistema operativo si avvia, il file system viene innestato in sola lettura e tutto funziona come se fosse un CD o un DVD, a parte il fatto che è sicuramente più veloce. Per quanto riguarda SYSLINUX, vale quanto descritto a proposito dell'installazione in una unità di memoria allo stato solido.

Avendo un sistema in sola lettura, di cui non si può modificare la configurazione, è importante prevedere la terza partizione primaria per salvare i dati e anche un file contenente una configurazione, che può essere letta automaticamente all'avvio, come avviene quando nanoLinux funziona effettivamente da CD o da DVD.

Appunti di informatica libera 2007.02 --- Copyright © 2000-2007 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>


Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_installazione.htm

[successivo] [precedente] [inizio] [fine] [indice generale] [indice ridotto] [indice analitico]

Valid ISO-HTML!

CSS validator!