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Quando si installa nanoLinux può essere conveniente predisporre un servizio di condivisione delle utenze e delle directory personali, assieme a un meccanismo di configurazione automatica, utile in particolare per gli elaboratori avviati con un CD o un DVD.
Attraverso i protocolli NIS e NFS, nanoLinux può consentire la condivisione delle utenze e delle directory personali.
Si osservi che la procedura prevista per nanoLinux richiede che sia il NIS, sia le directory personali da condividere con il protocollo NFS, si trovino nello stesso elaboratore; inoltre è indispensabile che le directory personali si articolino a partire da |
La procedura predisposta da nanoLinux prevede la pubblicazione del contenuto dei file /etc/passwd
, /etc/shadow
e /etc/group
, ignorando ogni altro file che il NIS potrebbe fornire.
|
Per attivare il NIS in modo da offrire alla rete locale la condivisione dei file /etc/passwd
, /etc/shadow
e /etc/group
, si procede come segue:
#
nanorc nis-server config
[Invio]
|
Il dominio NIS viene deciso liberamente, in questo caso scegliendo il nome nano-domain:
nano-domain
<OK
>
|
Si presume che la rete interna sia già stata configurata, pertanto l'indirizzo viene proposto in modo automatico:
172.21.254.254
<OK
>
Naturalmente, la condivisione delle informazioni contenute nei file delle utenze non è sufficiente: occorre condividere anche le directory personali degli utenti. Se la configurazione di nanoLinux non è stata modificata, la directory /home/
risulta accessibile a qualunque nodo di rete con indirizzi IPv4 privati.
Prima di questo capitolo è spiegato in che modo configurare un nodo cliente per servirsi di un servizio NIS e NFS. In quel caso, è possibile distinguere i due serventi, mentre se si offre il servizio con nanoLinux, la procedura richiede che entrambi i servizi risiedano assieme nello stesso elaboratore (presso lo stesso indirizzo IPv4).
Si osservi che per motivi pratici, lo script |
Il file di configurazione /etc/default/nis
viene modificato automaticamente dallo script nanorc; tuttavia, se si vuole evitare che il servente NIS metta in funzione il demone ypbind (che procura una serie di inconvenienti), è bene aggiungere la riga seguente in quel file:
|
Se questa riga è presente, viene gestita correttamente da nanorc, anche quando si configura il funzionamento come cliente NIS.
Quando si attiva un servente NIS-NFS, è necessario gestire le utenze esclusivamente nell'elaboratore che offre questo servizio. In generale, una volta installato nanoLinux si possono utilizzare gli strumenti consueti, oppure lo script nanorc:
nanorc user add|del |
La sintassi dovrebbe essere già comprensibile così: add aggiunge un utente; del lo elimina, assieme alla sua directory personale.
Per motivi pratici, la directory personale dell'utente che viene creato contiene nel percorso un'informazione aggiuntiva, che in caso non sia specificata è costituita dalla data di creazione, per individuare in modo molto semplice le utenze più vecchie, senza bisogno di interrogare il file /etc/shadow
. Per esempio, se il giorno 31/12/2007 si crea l'utenza pippo e non si altera quanto viene proposto automaticamente, si ottiene la directory personale /home/20071231/pippo/
.
L'utilizzo del comando nanorc user add ha anche il vantaggio di facilitare l'inserimento di più utenze, dal momento che alla fine di ogni inserimento ne viene proposto subito un altro (che comunque può essere annullato); inoltre, al termine degli inserimenti viene riallineato il NIS.
In condizioni normali, prima di inserire una propria configurazione per l'utilizzo della rete, nanoLinux utilizza il protocollo DHCP per tentare di configurarsi in modo automatico. Tale configurazione automatica, se le informazioni sono disponibili, si spinge anche all'uso del NIS, della condivisione delle directory personali, della stampa condivisa in rete, della gestione di un registro complessivo.
In generale, l'uso predefinito del protocollo DHCP serve soprattutto per facilitare l'uso da CD o da DVD quando è già disponibile tale servizio e non si deve fare un lavoro specifico. Quando invece si vuole usare il DHCP anche per la condivisione delle utenze e gli altri servizi, diventa indispensabile attivare il proprio servente DHCP.
nanoLinux è pensato in modo particolare per il contesto di una rete usata a scuola, dove è molto facile entrare in conflitto con altri servizi DHCP, probabilmente di altri sistemi operativi. Il servente DHCP di nanoLinux può essere attivato in un elaboratore che funge da router, ma in tal caso è indispensabile che l'elaboratore che svolge il lavoro sia provvisto di due interfacce di rete, una rivolta alla rete locale da servire e una rivolta all'esterno, o al resto della rete del complesso, per evitare queste interferenze. Pertanto, se non è possibile isolare la propria rete attraverso un router composto da due interfacce, è meglio evitare l'uso del DHCP. |
|
In base all'esempio mostrato nella figura, si può procedere alla configurazione del servente DHCP nel modo seguente:
#
nanorc dhcp-server config
[Invio]
|
Dal momento che è stato stabilito di usare un intervallo di indirizzi differente per il DHCP, il valore viene cambiato:
[Canc][Canc]...
172.21.1.100 172.21.1.199
<OK
>
|
Se la configurazione proposta è quella che si desidera, si può confermare:
<
Yes
>
Altrimenti si annulla, salvando ugualmente al configurazione, ma senza attivare immediatamente il servizio:
<
No
>
Se la configurazione ottenuta non è quella desiderata (per esempio il dominio NIS non è quello desiderato oppure alcuni servizi sono riferiti a indirizzi errati), conviene modificarla attraverso il comando seguente:
#
nanorc dhcp-server edit
[Invio]
Con questo si passa alla modifica diretta del file /etc/dhcp3/dhcpd.conf
. Quando si salva, si riavvia il servizio DHCP.
Appunti di informatica libera 2007.02 --- Copyright © 2000-2007 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_utenze_condivise_e_configurazione_automatica.htm
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